Il bilancio trasparente di Roma

Condividi

Andrea Baranes - Testo di convocazione

Un percorso democratico e partecipativo sul bilancio di Roma

Nel 2007 il gigantesco casinò finanziario rischia un completo collasso è viene salvato con migliaia di miliardi di soldi pubblici.

La crisi passa dalla finanza privata agli Stati, e in particolare in un'Europa costruita su una moneta unica e il libero mercato, in assenza di un analogo percorso politico, sociale, fiscale. E la crisi non è unicamente finanziaria o politica, ma anche economica, sociale, ambientale.

In questa tempesta perfetta siamo chiamati a pagare il conto. Ed è un conto molto salato in termini di piani di austerità, tagli alle spese sociali, interessi sul debito pubblico e aumento della pressione fiscale. Non solo. Il mantra di buona parte dei media e del mondo politico è che la situazione è legata a un'inefficienza del pubblico e a un eccesso di spese per il welfare.

La crisi è utilizzata come alibi e grimaldello per inasprire ulteriormente le politiche che ci hanno trascinato nella crisi stessa. Dobbiamo accettare misure “lacrime e sangue” e assistiamo all'attacco ad alcuni diritti dati ormai per acquisiti. Al culmine del paradosso in una situazione nata dagli eccessi della finanza e dagli errori dell'Europa, noi dobbiamo stringere la cinghia per “restituire fiducia” ai mercati e ci sentiamo ripetere che “è l'Europa che ce lo chiede”. Non ci sono alternative. Non è vero.

Oltre a richiedere un drastico cambio di rotta tanto nella finanza globale quanto nelle politiche europee, delle alternative esistono anche qui in Italia. E' una questione di volontà politica. Due esempi tra i tanti possibili. E' possibile sacrificare le spese sociali per tenere in piedi un programma di almeno 13 miliardi di euro per l'acquisto di cacciabombardieri?

E' possibile insistere su un progetto inutile e dannoso come l'alta velocità in Val di Susa invece di investire nella mobilità sostenibile e in servizi per i pendolari? Lo stesso discorso vale per le amministrazioni locali, i primi erogatori di servizi al cittadino.

Sappiamo come vengono utilizzate le risorse che versiamo tramite le nostre tasse? Sul sito del Comune di Roma sono disponibili i bilanci, ma quanti cittadini sono in grado di districarsi tra questi numeri? Quanto viene speso e come per l'ambiente, le politiche sociali, la manutenzione di strade ed edifici? Quali informazioni abbiamo sulle società controllate e partecipate dal Comune, a partire dalle ex-municipalizzate?

Da queste considerazioni proponiamo di avviare un percorso che permetta una migliore comprensione del bilancio del Comune di Roma. Gli scopi di un tale lavoro sono diversi:

⁃ coinvolgere i cittadini di Roma in un processo partecipativo e trasparente sull'utilizzo delle risorse pubbliche, anche come strumento di auto-formazione;

⁃ migliorare la comprensione dei meccanismi finanziari e del peso della finanziarizzazione dell'economia (dai derivati per gli enti locali al ruolo della Cassa Depositi e Prestiti agli impatti del patto di stabilità sugli enti locali);

⁃ denunciare le attuali scelte di politica economica in tutti i livelli dell'amministrazione pubblica e formulare delle proposte alternative;

⁃ avviare un percorso verso un vero e proprio audit sul debito del Comune di Roma e delle sue partecipate e controllate. La questione è molto ampia e necessita di competenze tecniche specifiche. Per questo crediamo sia necessario coordinare gli sforzi di tutte le realtà, persone e organizzazioni interessate, proponendo un primo incontro per capire come procedere con specifici gruppi di lavoro (ambiente, istruzione, ex-municipalizzate, cultura, ecc...).

Un percorso verso una maggiore democrazia partecipativa, prima ancora che per un diverso utilizzo delle risorse pubbliche.

 

EndFAQ

Joomla templates by a4joomla