Roma non sia più schiava dei palazzinari

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Christian Raimo ha lanciato dalle pagine de Linkiesta una sfida (dal titolo: Roma, così si è scelto di uccidere la città) ai candidati sindaco di Roma; una lettera aperta per un radicale cambio di rotta nell’amministrazione della capitale, oggi divisa in periferie ghetto ed enclave di lusso, per colpa dei politici, ma anche degli intellettuali. Sandro Medici, candidato della sinistra (Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Liberare Roma, Roma Pirata e Repubblica Romana) gli risponde con una lettera. Saremo lieti di ospitare anche le repliche degli altri candidati.

Raccolgo l’invito a ragionare su Roma che Christian Raimo rivolge un po’ a tutti, oltreché ai candidati a sindaco. Colgo nella sua analisi molte verità e quella densità critica che è in gran parte la stessa che mi ha spinto a promuovere la Repubblica Romana.

Povera Roma, è ora di rinascere

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Tra luglio e agosto prossimi, a Roma chiuderanno i servizi sociali. Non ci sarà più assistenza domiciliare per disabili e anziani, non si potrà contare sul contributo all’affitto per le famiglie a basso reddito, non verranno più erogati sussidi per le borse-lavoro, per le ragazze madri, per le persone svantaggiate, niente più soggiorni estivi per la terza età né centri ricreativi per l’infanzia. In sostanza, verrà eliminata la soglia minima di tutela sociale.

I più deboli e indifesi resteranno insomma senza alcun sostegno. Servirebbe almeno mezzo miliardo di euro, ma le casse comunali sono vuote e nessuno si è preoccupato di riempirle. Per quanto stia crescendo l’assuefazione, la notizia che nella capitale d’Italia non ci sarà più argine alla miseria sembra lasciare indifferenti un po’ tutti.

Croppi-Marino, larghe intese anche a Roma

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Repubblica Romana - C’è da scandalizzarsi se Umberto Croppi, ex assessore di Alemanno, annuncia in una conferenza stampa con Ignazio Marino il suo sostegno al candidato del centrosinistra? No, impossibile scandalizzarsi, in un paese in cui è possibile che Berlusconi divenga il presidente della commissione sulla riforma costituzionale. D’altra parte, Croppi è un personaggio multiuso come un coltellino svizzero. Intanto, nessuno ricorda che abbia fatto qualcosa, da assessore alla cultura di Alemanno, e questo è già un merito: quando il sindaco uscente ebbe l’idea di organizzare una battaglia di Ponte Milvio in costume, Croppi non era già più assessore.

Roma, Sos disagio: un'esperienza di welfare metropolitano

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da Alternative per il socialismo, n°24, dicembre 2012 - Quando ci s’imbatte nella nozione di crisi economica, la tendenza prevalente è quella di interpretarla e anche percepirla attraverso le oscillazioni di listini, coefficienti e differenziali. Come se il bisogno di conoscenza si esaurisse intorno al solo estenuante saliscendi (più scendi che sali) di diagrammi e statistiche, derivandone allarmi e/o sollievi, entrambi ingannevoli ma comunque bastevoli a farci sentire in una qualche forma partecipi.

A sinistra è questione Capitale

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Sandro Medici, micromega - Con il voto per il Napolitano-bis il Pd ha scelto la politica compromissoria delle larghe intese. Ora che la coalizione Italia Bene Comune sta andando in frantumi, per la sinistra italiana è arrivato il tempo di scegliere cosa fare. Le elezioni al Campidoglio possono rappresentare un tassello importante per la costruzione di un’alternativa.

Svuotata, smarrita, abbattuta, furiosa. Scegliete voi come definire la sinistra italiana, oggi, dopo la catastrofe parlamentare di sabato pomeriggio. Sconfitta ancora una volta dalle proprie patologie, da quell’estenuante sdoppiamento tra poter e dover essere. Specchio frantumato da incertezze e contraddizioni mai superate, da equivoci e ambiguità mai sciolti, da compiacenze e servilismi mai ammessi ma di fatto agiti e forse subiti.

Dalle città-caserma alle casematte

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da ilmanifesto - Nel suo agonico finale di partita, il sindaco Alemanno si sta impegnando con tutte le sue residue forze a seminare polpette avvelenate in ogni angolo di città. La sua giunta ha confezionato un fascio di delibere urbanistiche assassine e l’ha scaricato in consiglio comunale affinché venga approvato. Una sfacciata regalia all’immobiliarismo romano, un lascito gravosissimo ai suoi successori. Ma soprattutto una lesione straziante a una città che già non respira più per il sovraccarico di asfalto e cemento.

Sosteniamo Medici per un diverso 'modello sociale'

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da il manifesto, 19 aprile - L’incuria, l’individualismo e l’impoverimento che galoppano a Roma fanno tremare i polsi a noi, parte dei movimenti sociali impegnati a ricostruire il tessuto sociale, a promuovere cultura e formazione. Noi che di Roma conosciamo i vicoli del centro, i campanili e i profumi delle ville, ma soprattutto i paradossi delle periferie e le ingiustizie che cancellano i diritti dei cittadini/e straniere. 

Alle prossime elezioni comunali in ballo non c’è solo il governo di una città allo sbando. La sfida che si gioca nella Capitale ci chiama a scegliere da che parte stare. Siamo di fronte al fallimento di un modello di sviluppo e di civiltà - fondato sulla competizione e sullo sfruttamento - che oggi produce un peggioramento sostanziale delle condizioni materiali dei cittadini/e romani.

Malaffare e inefficienza

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il manifesto - C’è un versante laterale in questa storiaccia di tangenti romane, forse non proprio centrale ma di certo avvilente assai. È che questi quarantacinque filobus acquistati dalla Breda, sia pure comprensivi del sovrapprezzo di una mazzetta nera, nessuno ancora li ha visti in giro: sembra stiano chiusi (e neanche tutti) in qualche deposito. Non soltanto, dunque, l’appalto è stato infettato dalla corruzione ma non è neanche servito per migliorare l’infernale mobilità della città. Verrebbe da dire che anche nel malaffare ci vuole un po’ di efficienza. E invece niente, ladri e cialtroni.

Rompere l'arroccamento

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Sandro Medici, il manifesto - Ma davvero per la sinistra italiana sembra non ci sia altra soluzione che stringersi attorno a Bersani e Vendola, o al massimo sperare in Fabrizio Barca? Ma siamo proprio sicuri che, fuori da tutto questo, s’incontrano solo residualità nostalgiche e agonizzanti o qualche saccente velleità destinata a un’inesorabile irrilevanza?

Possibile che per l’esteso addensamento critico sparso in lungo e in largo nel paese l’unica possibilità è fare un dispetto a Renzi o dare un dispiacere a Napolitano, altrimenti non gli resta che rassegnarsi e rinunciare?

Roma, ci vorrebbe un nuovo sindaco Nathan

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Micromega - C’è una ragione nel riproporre il modello di Ernesto Nathan, oggi, a cento anni dalla fine della sua esperienza di sindaco di Roma. Ed è racchiusa nella stupefacente attualità delle politiche d’allora: le stesse di cui ora avrebbe un disperato bisogno la città.

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